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Chiostro grande

Certosa. Chiostro GrandeL’amplissimo chiostro, misurante oltre cento metri in larghezza e oltre centoventi in lunghezza, è attiguo alla parete meridionale del chiostro piccolo, e ospita sugli altri tre lati le ventiquattro celle in cui risiedevano i monaci.

Per questa funzione, la realizzazione del chiostro grande precedette quella della chiesa, svolgendosi per lo più in parallelo con quella del chiostro piccolo, i cui vani adiacenti costituivano anch’essi spazi indispensabili alla vita quotidiana dei monaci, compresi quelli destinati provvisoriamente ad uso liturgico.

Certosa. Chiostro Grande1Le vicende costruttive del chiostro grande proseguirono tuttavia almeno fino al 1472, anche se parte del porticato era già in via di compimento nel 1463, quando iniziarono le forniture di colonne, capitelli e pilastri da parte dello scultore Cristoforo Mantegazza, in società col fratello Antonio.

Anche nella decorazione fittile del porticato, più impegnativa e dal modulo più articolato che nel chiostro piccolo, è stata rilevata una prevalenza della bottega mantegazzesca, soprattutto in molti tra busti e statuette di notevolissima fattura, ove il retaggio tardogotico di Cristoforo si alterna ai primi sentori espressionistici del più giovane Antonio. L’ornamentazione in cotto vede tuttavia documentati altri maestri, all’incirca gli stessi che ricorrono nelle registrazioni dei lavori al chiostro piccolo: tra gli altri, Francesco Solari, Rinaldo De Stauris e l’Amadeo. In più, è registrato nel 1465 un pagamento al pittore Vincenzo Foppa “pro certis profetis factis pro claustro magno”, relativo verosimilmente a modelli per i busti o le statuette in terracotta.

Certosa. Chiostro Grande. Celle e decorazione quattrocentescaLa decorazione dovette essere compiuta intorno al 1480, con una probabile accelerazione dei lavori nei lati sud e ovest, caratterizzati da una sensibile semplificazione dei moduli decorativi.