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11. Altare maggiore

Altare maggiore
Luogo di collocazione
Presbiterio
Materia e tecnica
Marmo di Carrara; marmi policromi; lapislazzulo; corniola; diaspro; onice; bronzo
Autore
Autori vari
Datazione
1568 - 1610 ca.
Dimensioni
cm 564 x 158

Descrizione breve

Altare maggiore, con ciborio monumentale, statue e rilievi eseguiti da vari autori tra cui Volpi Ambrogio (1525 - 1570).

Il monumentale complesso marmoreo, eretto per lo più nella seconda metà del Cinquecento, sostituiva il grande altare campionese trasferito nel 1567 alla parrocchiale di S. Martino a Carpiano, dove si trova tutt'oggi (D. Sant'Ambrogio, Sull'iscrizione rinvenuta il 1 ottobre 1896 nell'interno dell'altare di Carpiano, in "Bollettino della Società Pavese di Storia Patria", II (1901), pp. 196-212). Dalle fonti manoscritte risulterebbe che buona parte delle pietre preziose per la realizzazione del ciborio del nuovo altare della Certosa venne procurata con grande spesa da Damiano Longone, priore in Certosa dal 1530 al 1553, mentre sono testimoniati diversi interventi all'apparato sotto i priorati di Innocenzo della Croce (1565-1573) e di Ippolito Turati (1573-1580) (S. Zanuso, La produzione in bronzo milanese verso il 1580 e le figure di Annibale Fontana e Francesco Brambilla, in L'industria artistica del bronzo del Rinascimento a Venezia e nell'Italia settentrionale, atti del convegno (Venezia, ottobre 2007), a cura di M. Ceriana e V. Avery, Verona 2008, p. 294 nota 2). Stando alle Memorie manoscritte seicentesche di Matteo Valerio, nel 1567 venne relizzato il ciborio (R. Battaglia, Le Memorie della Certosa di Pavia, in "Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, XXII, 1 (1992), p. 175), al cui interno fu rinvenuta in tardo Ottocento una lastra di piombo recante la data 2 giugno 1568 e un'iscrizione che ne riferiva il progetto e la realizzazione allo scultore Ambrogio Volpi (D. Sant'Ambrogio, Il pallio, il tabernacolo, e l'altar maggiore della Certosa di Pavia (1567-1576) di Ambrogio Volpi da Casale, in "Il Politecnico. Giornale dell'architetto civile ed industriale", XLVI (1898), pp. 620-621). La relazione della visita condotta nel 1576 dal delegato apostolico Angelo Peruzzi riferiva che l'apparato, ammirato per la magnificenza dell'insieme e la ricchezza dei materiali, non era ancora completo di tutte le sue parti (Ibid., pp. 624-625). Nel 1597 venne inviato dalla corte medicea in Certosa il pittore Nicodemo Ferrucci per ricopiare in un disegno il ciborio dell'altare maggiore, da cui si intendeva prendere spunto per il progetto del costruendo altare della Cappella dei Principi, progettato dal Buontalenti (C. Magenta, La Certosa di Pavia, Milano 1897, p. 395).
(V.Z.)

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